Sologranoitaliano, il blog del Consorzio CAMPO

Il Consorzio Agrario di Bologna e Modena, agli agricoltori che semineranno frumento duro, propone quest’anno la polizza contro la fusariosi, il temibile fungo che da origine al DON e che si sviluppa negli areali piu’ umidi.

Gli agricoltori del Sud, caratterizzato da areali seccagni, non hanno infatti bisogno di queste polizze. C’e’ il sole che li assicura! Ma i consumatori non lo sanno.

Le rese di grano duro al Nord sono piu’ alte, piu’ che doppie rispetto a quelle del Sud, ma necessitano di concimazioni piu’ spinte e di interventi fungicidi. Evidentemente tutto cio’ non basta a frenare il temibile fungo che oltre a colpire la salute delle piante, colpisce anche quella dell’ uomo.

Tuttavia per integrare i contratti di “alta qualita’ ” che propongono blasonate industrie pastarie del Nord, si fa ricorso all’ assicurazione. Al contrario, il grano duro prodotto nel mezzogiorno non presenta problemi di contaminazione da tossine, perche’ il clima ne impedisce lo sviluppo.

Ma il punto di domanda e’: che fine fanno i grani pieni di micotossine quando le annate al Nord sono piu’ piovose del solito? Chi assicura i consumatori di fronte al traffico di grani con valori elevati di micotossine?

Non e’ piu’ sensato sviluppare contratti di Alta Qualita’ nel mezzogiorno? Se i consumatori eserciteranno la loro pressione, insieme agli agricoltori, affinche’ vi sia un abbassamento dei limiti di DON in Europa (basta firmare la petizione online) e la tracciabilita’ obbligatoria dell’ origine della materia prima nella pasta e nel pane, tutto cio’ sara’ facilitato…e piu’ salutare per tutti.

Commenti su: "Fusariosi: in Emilia ci si puo’ assicurare, al Sud non serve." (1)

  1. Chiedete attraverso una petizione di abbassare il limite di legge per il DON, giustissimo, la salute prima di tutto!
    Però giustamente anche voi vi ponete il problema: che fine fà il grano ITALIANO ricco di DON proveniente sopratutto dal nord (ma non solo), che per legge non sarebbe vendibile per alimentazione umana!?
    Semplice! viene acquistato dalle grandi industrie di trasformazione, che, avendo un enorme flusso di materia prima, hanno la possibilità di miscelare tali grani in maniera da ottenere un prodotto finale che rientri nei limiti di legge, questo, oltre ad essere illegale, ha un peso notevole anche sulle medie e piccole industrie che, non potendo acquistare grani di così scarsa qualità (quindi a bassissimo costo), non riescono a competere con i loro prezzi sul mercato; questo fenomeno si accentua con l’insorgere della crisi economica che porta il consumatore a scegliere sempre più il basso costo a discapito della qualità.
    A mio avviso abbassare il limite del Deossinivalenolo è giusto, ma prima è necessario fare in modo che:
    _ il mercato del grano dia la possibilità agli agricoltori di lavorare come si deve….
    (nella campagna 2009/2010 il prezzo del grano calò drasticamente nel periodo precedente alla semina e molti agricoltori furono costretti a diminuire i costi per ottenere un minimo guadagno; la terra non fù preparata in maniera adeguata alla semina e questo, unito alla forte piovosità ha determinato la fusariosi di molte colture).
    _impedire alle grandi industrie di far “sparire” intere partite di grani non idonei comprati sui mercati a basso costo, attraverso controlli di tracciabilità. Questo non sarebbe difficile…chi lavora nel settore sà benissimo quel che succede.

Lascia un commento