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Archivio per aprile, 2011

Matera, Micotossine: al via la raccolta firme per la petizione Ue

Durante l’ incontro a tema su “Mercato, Giustizia e Sicurezza agro-alimentare. Il caso delle filiere cerealicola e cunicola“, tenutosi a Matera, e’ stata presentata una petizione per sollecitare l’Unione europea a rivedere le percentuali di Deossinivalenolo (Don), una micotossina contenuta nei cereali e nei prodotti derivati, nociva per la salute dell’ uomo e degli animali. Tra i primi firmatari del Comitato Anti Micotossine, che avra’ il compito di raccogliere le firme e presentare tutta la documentazione a Bruxelles, vi sono il presidente del Consorzio agricoltori mugnai pastai panificatori organizzati, Andrea di Benedetto, e il presidente dell’Associazione nazionale Liberi allevatori di conigli (Anlac), Saverio De Bonis, che hanno provveduto a far divulgare e sottoscrivere la petizione nel corso dell’ incontro con l’ On Di Pietro. Gia’ raccolte le prime duecento firme.

Cosa prevede la Petizione.

Premesso che

L’Unione Europea con il Reg 1881/2006 definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari, ed in particolare del deossinivalenolo (DON), nei modi seguenti:

grano duro e avena non trasformati 1750 ppb (microgr/kg )

cereali destinati al consumo umano diretto, farina di cereali 750 ppb (microgr/kg )

pasta 750 ppb (microgr/kg )

pane, prodotti di pasticceria, biscotteria, merende a base di cereali e cereali

per colazione 500 ppb (microgr/kg )

alimenti a base di cereali ed altri alimenti destinati ai lattanti ed ai bambini 200 ppb (microgr/kg )

Considerato

che lo stesso regolamento UE n.1881/2006 stabilisce la dose giornaliera tollerabile, TDI (tolerable daily intake ) relativa alla fusarium tossina DON ( deossinivalenolo) pari a 1 microgrammo/ Kg di peso corporeo;
ne consegue che una persona adulta del peso di 75 kg, ha una TDI ( dose giornaliera tollerabile) per la micotossina DON, di 75 microg/die;

che il consumo medio italiano di prodotti a base di cereali è stimato in circa 115 kg/anno, pari a 315 gr/giorno (fonte Istituto Nazionale della Nutrizione);

che il consumo di 315 gr di prodotti a base di cereali (pasta, pane, biscotti, cereali, fioccati ecc.) supponendo un contenuto massimo pari a 750 microgr/kg di DON, comporta l’assunzione di circa 236 microgrammi di DON, dose tollerabile da un individuo di 236 kg di peso, ma sicuramente superiore del 300% alla dose massima giornaliera tollerabile da un individuo di 75 kg di peso corporeo;

che il legislatore nel definire i limiti del DON e nel valutare gli effetti nocivi per la salute dei cittadini europei, fissando una TDI pari a 1 microgrammo/kg di peso corporeo, non ha considerato l’esposizione della popolazione italiana che adottando la dieta mediterranea, consuma prodotti a base di cereali in quantità di gran lunga superiori agli altri cittadini europei; basti pensare che gli italiani hanno un consumo annuo pro capite di pasta pari a 26 kg a fronte di kg 7,4 per i tedeschi, kg 9,3 per i francesi, kg 2,5 per gli inglesi, kg 5 per gli spagnoli (fonte Unipi, Unione Industriale pastai italiani);

che per la tutela della salute dei lattanti e dei bambini italiani, poiché il consumo dei prodotti a base di cereali non è differenziato e sulle mense il pane, la pasta ed i prodotti derivati dei cereali sono destinati ad adulti e bambini senza alcuna differenza, è necessario ed indifferibile prevedere l’obbligo di riportare in etichetta il titolo di DON presente nel prodotto e di dichiarare la eventuale nocività se consumato dai lattanti e dai bambini, per i quali andrebbe definita l’età;

che i limiti fissati alla contaminazione degli alimenti a base di cereali, dalla micotossina DON, pongono il reg.1881/2006 in contrasto con il reg. 178/2002, il quale stabilisce il principio di precauzione quale garanzia della tutela della salute dei cittadini, prevedendo inoltre che dove ci sia un rischio per la salute, questo vada valutato anche in considerazione di altri fattori pertinenti, tra i quali gli aspetti di natura sociale, economica, etica e ambientale e non ultimo la realizzabilità dei controlli, ad oggi drammaticamente carenti;

che da analisi eseguite dal Labs, Laboratorio dell’Università “Federico II “ di Napoli, Dipartimento di Scienza degli Alimenti, responsabile prof. Alberto Ritieni, su 27 pacchi di pasta in commercio di diversi marchi, destinata alla alimentazione dei bambini, ben 7 sono risultate contaminate dalla micotossina DON oltre il limite fissato per i bambini. I risultati di tali analisi sono stati pubblicati dalla rivista settimanale “Il Salvagente” del 27 maggio 2010;

chiede

– che la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo dichiari ricevibile la nostra petizione;

– per la tutela della salute dei cittadini italiani e per la loro reale sicurezza alimentare, la revisione dei limiti di deossinivalenolo negli alimenti a base di cereali e loro derivati a livelli di sicurezza quali:

– grano duro e avena non trasformati 175 ppb
– cereali destinati al consumo umano diretto, farina di cereali 75 ppb
– pasta 75 ppb
– pane, prodotti di pasticceria, biscotteria, merende a base
– di cereali e cereali per colazione 50 ppb
– alimenti a base di cereali ed altri alimenti destinati ai
– lattanti ed ai bambini 20 ppb
(si precisa che 1 ppb equivale ad 1 microgrammo/kg)

– l’obbligo di riportare nella etichetta di tutti i prodotti a base di cereali e dei cereali stessi, il titolo di DON presente e di dichiarare la eventuale nocività se consumato dai lattanti e dai bambini;
– la preventiva obbligatoria colorazione prima della immissione in commercio, per tutti i grani non idonei alla alimentazione umana, onde evitare l’eventuale uso fraudolento di tali derrate.

Per informazione sulla raccolta firme contattare via email: Campo (dibeandrea@libero.it) e Anlac (info@anlac.it)

Mercato, Giustizia e Sicurezza agro-alimentare. Il caso delle filiere cerealicola e cunicola

INCONTRO A TEMA ORGANIZZATO DA ANLAC E CONSORZIO CAMPO A MATERA IL 21 APRILE 2011 – ore 17,00 c/o HOTEL SAN DOMENICO

ANLAC e Consorzio CAMPO organizzano, il giorno 21 aprile presso l’ Hotel San Domenico, Via Roma 15, a Matera, un incontro a tema su “MERCATO, GIUSTIZIA E SICUREZZA AGRO-ALIMENTARE. Il caso delle filiere cerealicola e cunicola”. Interverranno Antonio Di Pietro, presidente nazionale di Italia dei Valori; Saverio De Bonis, presidente Anlac – Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli; Andrea Di Benedetto, presidente Consorzio CAMPO – Agricoltori, Mugnai, PastaiPanificatori Organizzati; i rappresentanti di vari movimenti agricoli. I lavori saranno aperti dal segretario regionale Rosa Mastrosimone e da Nicola Benedetto membro della III Commissione Regionale Attivita’ Produttive. Modera Orlando Vella, giornalista.

L’ agricoltura passera’ alla storia come un settore dell’ economia che ha conosciuto le piu’ grandi conquiste della scienza e della tecnica, ma anche come un settore in cui la dignita’ umana e le regole del gioco sono state calpestate, bloccandone il suo sviluppo.

L’ irrompere delle regole del mercato e del profitto nelle scelte piu’ importanti, spesso a scapito della salvaguardia della salute pubblica, del gusto alimentare, dell’ ambiente, della presenza dell’ uomo sul territorio, della concorrenza e della ricerca, ha stravolto il significato della vita delle nostre comunita’ che dalla terra trae sostentamento e il cui ruolo non e’ affatto marginale in una societa’ postmoderna.

Il caso delle filiere cerealicola e cunicola italiana dimostra, in maniera sistematica e non astratta, che se il mercato prende il posto della politica, l’ economia non puo’ tornare a crescere; così poche persone prevalgono sulla volontà pubblica e le nostre comunita’ rurali vengono emarginate, diventando vittime di ingiustizie: frodi, abusi e cartelli rimangono impuniti, mentre la salute dei nostri figli viene messa a repentaglio da una comunicazione pubblicitaria subdola e da traffici illeciti di derrate.

L’ anelito ideale che muove gli agricoltori viene da lontano, ma la sua forza di cambiamento necessita di un rinnovato associazionismo e senso di responsabilità verso la terra, ma anche verso le domande di attenzione al bene comune che va condiviso dai consumatori e dalle istituzioni riconquistando così una centralita’ negata.

scarica il programma

Pasta Trend, cresce il protagonismo degli agricoltori

Il salone della pasta che si è svolto a Bologna ha dedicato uno spazio notevole sia alla parte congressuale che alle filiere corte.

Il taglio deciso per la parte congressuale che ha accompagnato i quattro giorni di manifestazione, con 19 incontri suddivisi fra convegni e tavole rotonde, hanno spaziato su tutti gli argomenti collegati alla pasta. Si è così parlato di cereali e dieta mediterranea, di tecniche di lavorazione della pasta, di alimentazione e salute. Numerosi, come necessario, i riferimenti alla materia prima, il grano e in genere ai cereali e dunque all’agricoltura che è stata protagonista in molti dibattiti, alcuni di forte spessore scientifico.

In particolare e’ degno di menzione il contributo che il dr Andrea Di Benedetto del Consorzio CAMPO di Altamura (BA), ha portato al congresso “L’ iceberg emergente della celiachia” circa gli avanzamenti dell’ INRA di Tolosa rispetto al ruolo della micotossina DON sulla permeabilita’ intestinale oltre alla evoluzione delle tecniche di molitura dei grani dovuta all’ introduzione della decorticazione su cereali rivenienti da areali umidi, a partire dagli anni novanta.

Pasta Trend è stata anche occasione per far conoscere una realtà imprenditoriale originale e innovativa, quella del pastificio Ghigi, che realizza concretamente il concetto di filiera corta, mettendo insieme tutti i protagonisti del prodotto pasta, dal seme al prodotto finito. Ambiziosi gli obiettivi, a iniziare dal prezzo del grano, che deve essere remunerativo per gli agricoltori, per giungere infine alla garanzia di un prodotto ottenuto da solo grano duro italiano. Obiettivi ambiziosi ma raggiungibili, come ha spiegato durante la tavola rotonda (nella foto un momento dell’incontro) il presidente di Ghigi, Filippo Tramonti, che è al contempo presidente del Consorzio Agrario Interprovinciale di Forlì e Cesena. Ed è da questo Consorzio Agrario che parte, nel 2008, il progetto di rilevare il brand e le strutture del pastificio Ghigi, storico marchio (nasce nel 1870) che dopo lunghe traversie economiche era giunto alla liquidazione. Un’occasione per realizzare la prima filiera corta in Italia nel settore del frumento e al contempo un modo per assicurare agli agricoltori, per il tramite dei Consorzi Agrari, il controllo sulla produzione della materia prima. Per di più realizzando una filiera tutta italiana e perfettamente rintracciabile. Tanto che Filippo Tramonti ha deciso di mettere la sua firma su ogni confezione di prodotto. La scelta, come ricordato durante l’incontro a PastaTrend, è quella di mantenere uno stretto rapporto con gli agricoltori e con il territorio. L’area di produzione del grano è quella dell’Emilia Romagna, della Toscana e delle Marche. Oggi vede la partecipazione di circa 1400 agricoltori ai quali è proposto un disciplinare di produzione ed una tabella di premi sul prezzo in funzione di alcuni parametri qualitativi. Copertura dei costi di produzione e adeguati margini per gli agricoltori, si è ricordato in alcuni interventi, sono gli “ingredienti” indispensabili per sostenere la crescita, già in atto, delle produzioni cerealicole di qualità, in particolare di grano duro. Un settore, questo del grano duro, che vede numerosi elementi di squilibrio, a iniziare dalla ridotta produzione italiana, che soddisfa a malapena la metà del nostro fabbisogno. La domanda è poi concentrata nelle mani di pochi, importanti “big” del settore e a farne le spese sono gli agricoltori, parte debole della filiera. A scompigliare le carte arriva ora il modello proposto da Ghigi. Oggi, con la sua produzione di circa 500mila quintali, il pastificio Ghigi figura fra le prime dieci aziende del settore. Ma l’intenzione, sottolinea Tramonti, è quella di crescere e magari in fretta.

Fonte: Agronotizie

Pasta Trend, in crescita la sensibilita’ al glutine…e al DON chi ci pensa?

La rivista Toxicology and Applied Pharmacolgy, 2009, vol. 137, n1, pag 41-48, ha pubblicato uno studio condotto da INRA di Tolosa ed altri, che avrebbe evidenziato il ruolo del DON rispetto all’ incremento della permeabilita’ intestinale.

Purtroppo l’ allarme dei disordini correlati al glutine, si è arricchito negli ultimi tempi di una nuova condizione morbosa che va ad aggiungersi alla celiachia ed all’allergia al grano, conosciute da tempo e che diversamente da queste ultime, piu’ note e ben definite, la “Gluten Sensitivity” rappresenta una nuova entità, i cui criteri diagnostici sono ancora oggetto di definizione e discussione.

Se ne e’ parlato durante il ricco programma di convegni tenuti al Salone della Pasta di Bologna il 4 aprile 2011, cui hanno partecipato molti relatori nazionali e internazionali, coordinati dall’ immunopatologo Umberto Volta e dal Prof Roberto De Giorgio dell’ Universita’ di Bologna.

La “Gluten Sensitivity” – precisa il Prof. Volta – si caratterizza sul piano clinico per una sintomatologia, che si manifesta in seguito all’assunzione di glutine, caratterizzata da sintomi gastrointestinali (meteorismo, dolori addominali, diarrea o stipsi o alvo alterno) ed extraintestinali (sonnolenza, difficoltà di concentrazione, annebbiamento mentale, cefalea, artromialgie, parestesie degli arti, rash cutanei tipo eczema, depressione, anemia, stanchezza cronica).

Si può affermare con buona approssimazione che, se il numero di celiaci attesi in Italia è di circa 500.000 unità, i pazienti con Gluten Sensitivity sono almeno 3 milioni. Da tempo gli studiosi delle patologie da glutine si erano accorti dell’esistenza di una condizione di sensibilità al glutine in assenza di criteri diagnostici compatibili con una condizione di allergia al grano o di celiachia, ma questi pazienti sono rimasti per molti anni in un vero e proprio limbo, venendo spesso considerati dei pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile o con problematiche di tipo psicologico ed ansioso–depressivo o pazienti da sorvegliare per il possibile sviluppo in futuro di celiachia.

Anche lo studio condotto dalla Università di Baltimora (Maryland, USA) e dalla seconda Università degli Studi di Napoli, pubblicato su BMC Medicine 2011, fornisce importanti elementi per definire i meccanismi patogenetici della Gluten Sensitivity. Partendo dall’analisi dei meccanismi molecolari e di risposta immunitaria il gruppo di ricercatori, coordinati da Alessio Fasano, ha dimostrato che la Gluten Sensitivity (GS) non presenta alterazioni della permeabilità intestinale, che invece, come è noto, è significativamente aumentata nella celiachia.

Dai dati è emerso che «esistono differenze a livello molecolare e di risposta immunitaria ma le due condizioni sono entrambe attivate dall’ingestione di glutine», precisa Fasano. «Nella celiachia si attiva un meccanismo autoimmune condizionato da una risposta adattativa del sistema immunitario -aggiunge Fasano-. Anche nella GS c’è un meccanismo genetico che però riguarda il sistema immunitario innato, senza interessamento della funzione della barriera intestinale, dove si riscontrano segni di infezione ma non di danno, come avviene nella celiachia». Sia i celiaci che i pazienti con GS trovano sollievo eliminando il glutine dalla dieta.

E’ chiaro che c’è ancora sicuramente molto lavoro da fare per una esatta definizione di tutti i parametri clinici, immunologici e genetici della Gluten Sensitivity, soprattutto alla luce dell’ intervento del Prof Antonio Calabro’ dell’ Universita’ di Firenze che ha illustrato l’ incalzante “celiachia potenziale” e del Prof Katri Kauchinen di Tampere che hanno messo in guardia rispetto all’ iceberg emergente della celiachia, probabilmente collegato alla Gluten Sensitivity.

Sicuramente non bisognera’ trascurare, tra i fattori esogeni ambientali, l’ impatto che la micotossina (DON), diffusamente riscontrata sui derivati del grano duro, puo’ esercitare sul decremento della permeabilita’ intestinale e, dunque, sull’ insorgenza di queste patologie, atteso il trend positivo dei consumi di pane, pasta e biscotti.

Bisognera’ indagare quali siano gli effettivi meccanismi molecolari della risposta immunitaria innescata da grani, farine e paste contenenti micotossina DON, di cui, peraltro, sono gia’ noti gli effetti tossici sui bambini e sul bestiame monogastrico. Inoltre si dovrebbe testare cosa succede alla permeabilita’ intestinale assumendo cibi privi di DON e se diventa possibile una regressione dello stato infiammatorio della mucosa.

In definitiva i temi di ricerca dovrebbero essere impostati privilegiando preliminarmente la componente salutistica dei cibi, onde garantire una vera sicurezza alimentare a tutela dei consumatori, dei malati atipici e potenziali di celiachia oltreche’ dell’ emergente “Gluten Sensivity”.